FALLING APART 1.


Solo per stomaci e cuori forti.

Prima di raccontarvi il nostro percorso, mi prendo uno o due momenti per me. Per raccontarvi la mia storia.

Ci ho pensato e ripensato se raccontarlo o no, se pubblicarlo o no. Tanti mi hanno sempre detto “Non dirlo a nessuno!” Ma di cosa dovrei vergognarmi??? Quindi ho deciso di raccontare. Forse è anche un modo, per me, di “alleggerire” un po’ il dolore…

Cloe è il mio miracolo. Un bellissimo e grande miracolo.
Prima di lei, ho avuto altre tre gravidanze non arrivate a termine.

E si… 3 angioletti che porterò sempre nel mio cuore.

La prima gravidanza è capitata per caso.
Avevo 23 anni. Mi avevano assunta da poco in quel negozio nel centro commerciale.
Stavo insieme al mio ex che era più piccolo di me di 3 anni, figuratevi!
Ero in ritardo di qualche settimana. Non avevo sintomi, nulla. In più nel giro di poche settimane ero dimagrita molto. Ho provato a fare un test, così, forse per gioco, tanto ero sicurissima che sarebbe uscito negativo. Invece era positivo.

Lo dico a lui che un giorno va in panico, il giorno dopo è contento, quello dopo ancora mi vuole accompagnare al consultorio per abortire. E lo capivo da un certo punto di vista. Era giovane e spaventato, come me, ma io Non l’avrei MAI fatto!!!
Per quanto fossi piccola, diventare mamma era sempre stato il mio sogno. Con o senza un compagno affianco.

In negozio, ormai, lo sapevano già tutte e di conseguenza lo sapeva anche tutto il centro commerciale.
Ad alcune donne dovrebbero togliere la libertà di parola! Certe mie colleghe, a quanto pare, erano andate a dire i fatti miei a chiunque, raccontando anche cose non vere, tipo:”Non sa neanche chi è il padre!”
Sapevo benissimo chi era e sapevo anche quando, dove, come e a che ora poteva essere successo il fattaccio!! Stronze!

Ero triste, arrabbiata, confusa, delusa.
Ero felice solo quando ero da sola con la mia pancia invisibile a cui già cantavo tutti i giorni, convinta che al terzo mese potesse già sentirmi.

Un pomeriggio, ero in magazzino a lavoro, ho tirato su una scatola. Non dovevo….
Ho avuto delle perdite, poche perdite di sangue ma sono andata subito al pronto soccorso.
Mi visitano e mi mettono a riposo per qualche giorno.
Chiamo la mia migliore amica Vale, che ovviamente sapeva già tutto e le chiedo di venire a casa mia a farmi da “spalla”…dovevo dirlo a mia madre.

Mia madre è rimasta in silenzio. Non ha detto una parola. Forse perché c’era Valentina.
Poi si mette la giacca, prende la borsa.
“Dove vai?” Le chiedo e lei mi risponde solo:
“Ho bisogno di farmi un giro!”

Ritorna ore dopo, mentre stavo preparando cena per noi e i miei fratelli. Mi ha solo abbracciata e a me è bastato.

Prenoto la prima visita ginecologica.
Mi sdraio sul lettino e il medico ci mette quella che sembra una vita a dire qualcosa!
“Tutto bene?” Chiedo.
“No, non c’è battito, ma voglio che vada subito da un mio collega in ospedale a fare un esame più approfondito.”
Non capivo nulla.
Mi accompagna mia madre all’ospedale di Moncalieri e chiamo a lavoro dicendo che avrei fatto tardi, non sapendo che da lì non mi avrebbero fatto uscire senza prima operarmi.

Non solo avevo perso il mio bimbo (che poi non so perché, ma mi viene sempre da dire bimba) ma si era formato un tumore benigno nell’utero, che se non tolto in tempo, si sarebbe sparso per gli altri organi.
La chiamano Mola Vescicolare. Una cosa molto rara, ma che può succedere in gravidanza.

Mi fanno venire le contrazioni con un medicinale. Una volta espulso quello che c’era, mi portano in sala operatoria per il raschiamento e per togliere residui di quel tumore.

In tutto questo mentre ero a pezzi fisicamente e moralmente, la mia odiosa titolare mi chiama sbraitando e insultandomi come una pazza perché non sono in negozio.
Volevo dare le dimissioni all’istante.
Non l’ho fatto!
Sono stupida! Non avevo neanche la forza di risponderle.

Mi hanno operata il 29 marzo 2009.
(Questa data doveva già dirmi qualcosa all’epoca!)
Mi hanno dimessa qualche giorno dopo.
Ho avuto un’emorragia per più di 2 settimane, ma il secondo giorno dopo l’uscita dall’ospedale ero già a lavoro per colpa della stronza.
Dovevo denunciarla!

Sono rimasta sotto controllo per gli anni successivi per controllare che non si riformasse nulla.
Fisicamente mi sono ripresa in fretta. Il dolore nel cuore però non è mai andato via ❤

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